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Campo Scuola 2002

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L'autore

d. Angelo Treccani - parroco di Roè Volciano - BS

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DILLO A UN AMICO

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Un'oretta con
don Angelo Treccani
lasciando parlare il cuore su
COPPIA e MATRIMONIO
no alla possessività

2. Le quattro gambe del tavolo dell'amore

e 1° aneddoto: la coppia giovane
"magari mi avesse dato un paio di schiaffi"

Questo tavolo sta in piedi perché ha quattro gambe. Mi servono perché con quattro parole tento di descrivere, e penso in maniera molto concisa ma molto reale, la realtà dell’amore.

Ogni persona è chiamata nella sua vita a fare esperienza di amore. Io sono diventato prete per amore, anche se la modalità con la quale sono chiamato a vivere la mia vocazione è molto diversa dalla vostra. Però il giorno in cui io smettessi di amare, posso davvero smettere di fare il prete, perché divento una persona insignificante ed ingombrante.

L’amore si presenta, prima gamba, come un desiderio.

L’esempio è il solito.
Pierino, quindici o sedici anni, arriva a casa una sera e incomincia a chiedere il motorino.
Io dico sempre ai genitori, quando Pierino incomincia a chiedere il motorino, non sottovalutate quel momento, non è un momento qualsiasi. Pierino sta dicendo che lui sta uscendo da una fase infantile e attraverso l’adolescenza si sta avviando verso la maturazione della sua persona.
Si è accorto di una cosa molto interessante: Pierino da solo non si basta più.
I genitori intervengono, solito discorso:
”il motorino non ce l’avrai, magari ti capita …”.
Ma Pierino sa benissimo che, se incomincia a insistere, dopo un mese ottiene il motorino.

Pierino esce con il motorino.
Ragazzi, lasciamolo sognare, è bello che sogni!
Lui esce fuori e dice: «Passo nella piazza del paese, incrocio il gruppo delle ragazze, impenno il motorino e mi diranno: “Che bravo, Pierino!”»
Pierino per un mese, due mesi,tre mesi – proprio perché sogna – ha la sensazione di essere il centro dell’universo.

Una certa sera, passato un po’ di tempo, Pierino esce con il suo motorino ed incontra la Pierina verso la quale ha una certa simpatia.
Quella sera con coraggio frena il motorino, scende, si avvicina alla Pierina, magari un pochino sudato, e le dice una cosa grossa: “Pierina, io ti amo!”, e vorrebbe sentirsi rispondere in quel momento: “Anch’io ti amo!”

Quindi prima gamba il desiderio, seconda gamba è la parola.
Pierino è riuscito a comunicare, è riuscito a dire, verbalizzare un sentimento.

Se qualche volta Pierino avesse provato a parlare con il motorino, mica gli rispondeva!
La Pierina gli risponde o si, o no.

Desiderio, parola, …terza gamba: il piacere.
L’uomo è alla ricerca del piacere. Il piacere è una ricerca legittima, non dimenticatelo eh!
Se aveste dei dubbi, vi invito a leggere quel brano di S. Tommaso d’Aquino - siamo nel XIII secolo, mica ieri mattina – che utilizzando una affermazione di Ugo da San Vittore, cerca di incentivare l’idea del piacere: l’uomo cerca lecitamente il piacere.
Però c’è una grande cosa, che il piacere non realizza l’uomo. Spesso si riduce al guizzo di un momento.

L’uomo si realizza quando il piacere approda - ecco la quarta gamba del tavolo – alla felicità. La felicità non cancella il piacere, mette il piacere in una situazione di stabilità e di sicurezza.

Desiderio, parola, piacere, felicità.

Il pericolo grosso, prima del matrimonio ma anche a matrimonio avvenuto, è quello di tagliare in due il tavolo , fare che il desiderio scarichi nel piacere.
Quando il desiderio scarica nel piacere senza passare dalla parola, il piacere non raggiunge mai la felicità.

Penso che uno dei tormenti più grossi delle donne sposate è di sentirsi oggetto dei capricci del marito. E questo è molto brutto, soprattutto quando il marito, arrivato piuttosto stanco a casa, pretende di risolvere la sua tensione, scaricando dal punto di vista sessuale le sue emozioni: è molto pericoloso!

Guardate che la donna deve essere trattata, permettetemi, da Signora ed è molto importante.
Occorre che l’uomo sappia davvero modulare, motivare, ovvero creare un clima per cui anche la donna possa partecipare a quel grosso dialogo.

Evidentemente la parola è fondamentale.

Esempio tipico.
Quando c’è un momento di tensione, immediatamente la donna non parla più e non ci sta più.
Lui cosa fa? Cerca di mediare e vedendo che le cose si complicano, pensa:
“Adesso arrivo a casa, allungo le mani quando siamo a letto …”
La moglie esce dal letto e va a dormire sul divano: fa bene! Fa bene!

Guardate che il dialogo è essenziale.

Piccola parentesi…

Primo aneddoto:
GIOVANI CONIUGI
“magari mi avesse dato un paio di schiaffi …”

Il mio lavoro da prete e parroco è quello di trascurare talvolta la parrocchia ed essere spesso in mezzo a questi problemi.
Sono sempre disponibile ad ascoltare le persone che possono avere problemi a livello matrimoniale.

Questo da circa trent’anni.
In questo lavoro penso di essermi arrabbiato solo due o tre volte: ho sempre sbagliato.

Una delle ultime volte è stata poco prima dell’ultimo Natale.
Una certa coppia , permettetemi, di due ragazzi poco più che ventenni e già un figlio, sposati da tre o quattro anni.
Lui è passato da un atteggiamento adolescenziale ad un atteggiamento di vecchio pensionato, cioè non ha più nessun motivo di dialogo con la moglie.
Lei ha fatto di tutto, perché credo sia stato proprio vero, ha tentato di stimolarlo: niente da fare!

Cosa ha fatto lei?
Visto che un altro la guardava con un po’ di attenzione, si è permessa una qualche libertà, ma nel senso più … sereno del termine, con quella persona.

Pensate, nel colmo dello stupore è capitato anche questo, che lei si è resa conto di cominciare qualcosa di pericoloso, si è permessa di comunicare al marito questo suo disagio:
“Guarda che le cose tra noi non vanno bene! Non ci parliamo assolutamente. Guarda che mi sto innamorando, mi sto impegolando con un altro: cerca di svegliarti!”

Lui fa una qualche mezza promessa li al momento, poi le cose tornano immediatamente come prima.
Un tipo preoccupato di andare a funghi, di andare a raccoglierne un po’, cioè uno di quei tipi che sono sempre fuori, mille impegni e trascurano la famiglia.

Ad un certo punto arrivano da me.
Io cerco di ascoltare l’uno e l’altra.
Non mi era parso un grosso problema, anche perché erano persone che conoscevo da tempo.

Dopo un po’ di tempo dico:
“Ascoltate, domani sera ci incontriamo”.
E il mio intento era quello di sistemare la cosa.
Vi assicuro che c’era - secondo me, forse ingenuamente – la possibilità di sistemare la cosa.

Arrivano quella sera, io comincio un discorso che tocca un po’ l’uno, un po’ l’altra. Avendo parlato con lui, avevo insistito su quella necessità di dialogo . Lui sembra anche disponibile a rivedere alcuni suoi modi di fare perché effettivamente si è reso conto.

E continuamente dico a Lei:
“Guarda che, mi pare, tuo marito si è reso conto di averti trascurata in questo ambito. Quello che non ha fatto, cercherà di cominciare a farlo.”

Ma questa non mi lasciava parlare: come dicevo una cosa del genere, reagiva in una maniera pesante.

Ad un certo punto, dopo un paio di ore, mi sono stufato e mi sono anche arrabbiato e ho detto:
”Ascolta un po’, qui se c’è qualcuno che è stato un momentino trascurato, è tuo marito. Bastava una sola cosa, sai: quando hai comunicato a tuo marito che ti stavi impegolando con un altro, se lui in quel momento ti avesse preso e ti avesse dato un paio di schiaffi, risolvevi il problema.”

Ragazzi, lei mi guarda con due occhi che escono dalla testa e mi dice:
“Magari mi avesse dato un paio di schiaffi, in quel momento si sarebbe accorto che c’ero ancora, anche io!”

Questa qui è disperata! S’è disperata!
Il matrimonio è fallito, evidentemente.
Disperata!

Guardate che davvero molto spesso, senza arrivare a questi paradossi, perché qui siamo di fronte – permettetemi – a due persone immature, l’uomo non coglie l’importanza del dialogo nei confronti della moglie.

Però io avevo sottovalutato la pesantezza del problema che questa ragazza aveva alle spalle se non vedendo quei due occhi che le uscivano dalla testa.

“Magari mi avesse dato un paio di schiaffi, in quel momento si sarebbe accorto che c’ero ancora, anche io!”

Attenti uomini, perché può capitare a molti di diventare degli söc.

Sapete cosa vuol dire “söc”?
Vuol dire “ceppo di legno”, che non si esprime per niente: per lui le cose vanno bene così.

È molto, molto pericoloso.

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Pagina pubblicata il 15 agosto 2003