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Conferenza Episcopale Italiana
DIRETTORIO DI PASTORALE FAMILIARE
PER LA CHIESA IN ITALIA
Annunciare, celebrare, servire
il "Vangelo della famiglia"

25 luglio 1993

capitolo ottavo

LE STRUTTURE E GLI OPERATORI
DELLA PASTORALE FAMILIARE

A. STRUTTURE DI PASTORALE FAMILIARE

I consultori familiari

249.
Tra le strutture non propriamente pastorali, ma piuttosto finalizzate alla promozione umana della coppia e della famiglia, si pongono i consultori familiari.

Con le strutture di pastorale familiare essi hanno in comune la finalità del vero bene della persona, della coppia e della famiglia e l'attenzione alla sessualità e alla vita. Diverse, invece, sono la prospettiva e la metodologia. La pastorale agisce per la promozione della vita cristiana e per l'edificazione della Chiesa e privilegia le risorse dell'evangelizzazione, della grazia sacramentale, della formazione spirituale e della testimonianza ecclesiale. I consultori, nell'ottica di un'antropologia personalistica coerente con la visione cristiana dell'uomo e della donna, guardano piuttosto ai dinamismi personali e relazionali e privilegiano l'apporto delle scienze umane e delle loro metodologie .

Non poco giovamento possono recare alle famiglie quei laici specializzati (medici, uomini di legge, psicologi, assistenti sociali, consulenti, ecc.) che sia individualmente sia impegnati in diverse associazioni e iniziative, prestano la loro opera di illuminazione, di consiglio, di orientamento, di sostegno. Ad essi possono bene applicarsi le esortazioni che ebbi occasione di rivolgere alla Confederazione dei Consultori familiari di ispirazione cristiana: «E' un impegno il vostro, che ben merita la qualifica di missione, tanto nobili sono le finalità che persegue e tanto determinati, per il bene della società e della stessa comunità cristiana, sono i risultati che ne derivano... Tutto quello che riuscirete a fare a sostegno della famiglia è destinato ad avere un'efficacia che, travalicando il suo ambito proprio, raggiunge anche altre persone ed incide sulla società. Il futuro del mondo e della Chiesa passa attraverso la famiglia» (num. 3-4 [29 Novembre 1980]: «Insegnamenti di Giovanni Paolo II, III, 2 [1980] 1453).


250.In ogni diocesi siano promossi, valorizzati e sostenuti «consultori familiari professionalmente validi e di sicura ispirazione cattolica».

Il loro servizio si sviluppi di norma sia in interventi di consulenza vera e propria a persone, a coppie e a famiglie in circostanze di difficoltà o in crisi di relazione, sia in interventi di prevenzione attraverso iniziative di formazione e di impegno culturale sul territorio e nella comunità. Tra gli ambiti nei quali il loro servizio appare più urgente e attuale, si ricordino:
  • i problemi della coppia, con particolare attenzione alla vita di relazione con tutti i suoi aspetti di comunicazione e di dialogo, alla vita sessuale, alla regolazione della fertilità e all'accoglienza della vita nascente;
  • l'educazione degli adolescenti e dei giovani alla vita, all'amore, alla sessualità, sia attraverso interventi diretti a loro destinati, sia mediante iniziative proposte ai loro educatori ;
  • la preparazione dei fidanzati al matrimonio. A questo riguardo non venga loro delegata e non venga svolta da essi l'opera di evangelizzazione e di formazione spirituale ed ecclesiale propria delle comunità cristiane e dei loro pastori. I consultori, piuttosto, si facciano carico sia di offrire il loro eventuale contributo per la formazione degli animatori degli itinerari di preparazione dei fidanzati al matrimonio e alla famiglia, sia di proporre e illustrare, nelle sedi e nei momenti più opportuni, gli aspetti della vita matrimoniale e familiare più direttamente attinenti i campi delle scienze umane, mediche e legali, pure molto importanti per la vita coniugale familiare;
  • le problematiche degli anziani, dei loro rapporti con le famiglie e della loro presenza in esse.
Ogni consultorio ispiri il proprio servizio alla visione cristiana della persona, della sessualità e della famiglia, con chiaro e indiscusso riferimento ai contenuti del magistero della Chiesa. Ciò comporta, nella logica della cosiddetta legge della gradualità , di rispettare e salvaguardare congiuntamente il valore morale, con la sua intrinseca forza normativa, e la persona umana, nella sua responsabilità etica e nel suo cammino storico di crescita.

Gli operatori del consultorio, oltre che della preparazione e dei titoli professionali di base che la legge richiede nei consultori pubblici, siano dotati di competenza scientifica aggiornata, di disponibilità al lavoro d'équipe e al metodo della consulenza tipici del consultorio stesso, nonché della formazione morale necessaria per promuovere sempre la verità nella carità.

Una specifica competenza nell'ambito dell'équipe consultoriale sia riservata al consulente etico: a lui, infatti, spetta aiutare tutti gli altri operatori a far sempre riferimento corretto e inequivoco ai valori della morale cattolica nell'affrontare i vari problemi che si presentano e nel prospettare una loro soluzione.


251. Tutto quanto si è detto fin qui circa i consultori familiari di ispirazione cristiana vale in modo particolarmente forte per i consultori familiari di dichiarata ispirazione cristiana.

Essi sono segno pubblico della Chiesa e luogo nel quale, in modo esplicito, la promozione e la salvaguardia dei valori del matrimonio, della famiglia, della vita, della sessualità e dell'amore avvengono conformemente alla fede e alla morale evangeliche, autenticamente interpretate e proposte dal magistero della Chiesa. Essi testimoniano pure in modo originale e concreto che il messaggio cristiano non è contro l'uomo, ma per è per l'uomo, per la sua vita, per il suo amore, nella pienezza della loro verità: la fede cristiana, infatti, costituisce l'unica risposta pienamente valida ai problemi e alle speranze che la vita pone ad ogni uomo, ed è fonte di autentica felicità.

Tra questi consultori, la comunità ecclesiale e i suoi organismi vi sia un legame stretto e peculiare, espresso, precisato e regolato anche negli statuti. In forza di questo legame, il consulente etico sia normalmente nominato dal Vescovo. Il Vescovo, inoltre, nella persona del consulente etico o in una persona distinta da questa, nomini un sacerdote quale consulente ecclesiastico: a lui spetta significare e mantenere i rapporti tra il consultorio e la comunità cristiana e garantire la dichiarata ispirazione cristiana del consultorio stesso.

E' bene che questi consultori siano federati tra loro a livello regionale e confederati nella Confederazione Italiana dei Consultori Familiari d'Ispirazione Cristiana. Come, a norma dello statuto della Confederazione, il consulente ecclesiastico nazionale è designato dalla Conferenza Episcopale Italiana e fa parte del Consiglio direttivo, anche a livello regionale è opportuno che la rispettiva Conferenza Episcopale designi un sacerdote come consulente ecclesiastico della Federazione regionale, il quale faccia parte del Consiglio direttivo della Federazione stessa.


252.Oltre a quelli di dichiarata ispirazione cristiana, esistono anche altri consultori familiari di iniziativa cristiana , la cui fisionomia e i cui rapporti con la comunità ecclesiale sono precisati nei rispettivi statuti. Anche per questi vale, in modo analogico, quanto si è detto precedentemente circa i consultori di ispirazione cristiana .

Con spirito di apertura e di discernimento, la comunità cristiana sappia valorizzare i contributi da loro offerti e promuova, per quanto possibile, forme e iniziative di collaborazione e di coordinamento tra questi consultori e quelli di dichiarata ispirazione cristiana e con gli organismi della pastorale familiare . A livello diocesano e regionale, nel rispetto delle legittime diversità e autonomie, tale collaborazione potrebbe riguardare, ad esempio, iniziative a livello culturale per gli operatori dei consultori e verso il territorio, momenti di studio su talune problematiche emergenti, individuazione di interventi comuni nella vita civile e sociale.


253.In taluni casi - specie quando le forze e le disponibilità delle singole diocesi fossero limitate o insufficienti - si promuovano consultori “interdiocesani”, che utilizzino le risorse di più diocesi e si pongano a disposizione e a servizio delle Chiese locali promotrici dell'iniziativa.

Anche in questi casi si vigili perché l'ispirazione cristiana, la competenza e la serietà del servizio siano adeguatamente garantiti; inoltre, a livello statutario, si precisino bene i compiti e le responsabilità delle singole diocesi interessate.


254.Non si tralasci, infine, di sostenere adeguatamente la presenza dei cattolici nei consultori familiari pubblici, perché possano «difendere il più possibile il vero significato del consultorio, quello cioè di un servizio soprattutto psicologico e sociale alla coppia e alla famiglia, nella linea di un aiuto positivo all'amore coniugale e alla vita».

Le comunità cristiane hanno, in particolare, il dovere di assisterli e di offrire loro solide motivazioni perché possano vivere la loro non facile testimonianza. In tale prospettiva, sappiano anche vigilare perché sia garantito il loro diritto-dovere all'obiezione di coscienza di fronte alla richiesta di prestazioni che le loro convinzioni non possono accettare o permettere e perché non subiscano discriminazioni in proposito.