Famiglia Insieme | |||||||||
da Specchio della STAMPA del 15 giugno 2002 n°330 In questo sito:
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Dalla rubrica «CUORI ALLO SPECCHIO» di Massimo Gramellini
UN SOLO FIORE, TANTI VOLI DIVERSI “Ripenso a un bel film dell'anno scorso, L'ultimo bacio, dove una ragazza dà i numeri quando scopre che il suo uomo l'ha tradita. Perché le donne proiettano tanto spesso questa immagine di sé così deboluccia e sciocca? È proprio vero che lo maggior parte di noi,fanciulle adulte, crede ancora così ciecamente alla favola della fedeltà e dell'amore eterni, tanto da precipitare nel melodramma all'improvvisa scoperta di una scappatella (vitalissima scappatella) del promesso sposo? lo mi ribello, rifiuto di adattarmi a questo modello. Dichiaro con ferma decisione di far parte di una schiera (esigua o folta?, mi domando) di persone che sa dare il giusto valore alla vitalità e alla forza riequilibratrice della scappatella (del marito, sì!). Ma che fedeltà per tutta lo vita! Per favore! Perché dobbiamo per forza appoggiarci così pesantemente alle favole, nel tentativo di colmare con un ideale (imposto anche a un'altra persona, oltretutto) un vuoto esistenziale che fa comunque parte della vita. La vita non è una storia a lieto fine, non è perfezione, è esperienza e costruzione di senso un giorno dopo l'altro; è scintilla di amore e di gioia quotidiana, che va cercata in se stessi e nel rapporto con il prossimo; soprattutto è comprensione degli altri (e penso al compagno in questo caso); e l'amore è desiderio di vedere l'altro realizzato, gioioso, vitale, senza le catene della possessività. Che un po' di introspezione ci dia la forza e la sicurezza di osservare le «scappatelle» per quello che sono: esperienze della vita, piccoli sprazzi di gioia che non tolgono nulla a un rapporto con radici profonde: se invece lo compromettono, allora è tempo che si lasci il passo al nuovo, a un cambiamento, a una svolta. Ragazze, via! Non appoggiamoci sempre all'esterno, alle fiabe rassicuranti che ci hanno inculcato. Impariamo a far maturare i nostri valori, gli impulsi, le emozioni e anche i vuoti che abbiamo dentro, impariamo a essere più profonde e autentiche. Il dispiegarsi di un'anima vera sorride a qualsiasi storiellina fanciullesca e sa accettare con amore e indulgenza le svariate inclinazioni del multiforme carattere umano.“ Giuliana Permettimi di essere scettico: una cosa è trangugiare un'evasione estemporanea del proprio partner in nome di un sentimento superiore, un'altra salutarla come una festa. Tanto più che spesso i tradimenti non sono una vacanza dell'eros, ma la spia infallibile di una crisi coniugale in stato di decomposizione. Non metto in dubbio che nella vita reale tu riesca a razzolare come predichi. Per cui, se trovassi il tuo compagno a letto con un'altra («Guarda cara che posso spiegarti tutto!»), gli risponderesti: «Ma figurati, tesoro! Piuttosto, tu e la tua amica gradite un caffè?». A lasciarmi perplesso è la possibilità di estendere la tua visione illuminata dell'esistenza a noi esseri umani. Siamo fatti male, sai? Egoisti, gretti, permalosi. Pensa: se la mia donna si comportasse come te, di primo acchito non penserei che mi ama davvero, ma che non mi ama più. La gelosia, quando non diventa patologica, è un sintomo di coinvolgimento emotivo. Se scompare del tutto, significa che anche il coinvolgimento è venuto meno. Sarà un modo di ragionare mediocre, ma ha il pregio di essere sostenuto dall'unica scuola che funzioni in amore: quella dell'esperienza reale. Frugando nella mia memoria, ho rintracciato un solo esempio di «coppia aperta». Andarono avanti cornificandosi allegramente fino al matrimonio e oltre. L'uno raccontava le sue prodezze all'altra e, a sentirli, il loro amore ne usciva ogni volta rafforzato da nuove e sempre più esaltanti complicità. A dire il vero, nel loro atteggiamento ravvisavo un'aria di superiorità, francamente antipatica, nei confronti della plebe peccatrice e bigotta, la cui vita meschinamente monogama tende a nascondere i tradimenti sotto cumuli di sensi di colpa. Loro si credevano meno egoisti di noi comuni mortali, invece lo erano molto di più: perché i loro amanti occasiona li finivano coinvolti in un gioco al massacro da cui uscivano con le ossa rotte. La storia finì appena lei ebbe un figlio. Il nuovo ruolo di madre le rendeva complicato continuare la giostra, per cui smise di essere tollerante anche verso le divagazioni del marito. Fu così che il patto di ferro si ruppe in un divorzio. Insomma, Giuliana, la tua tesi è un'utopia. Ma se proprio devo coltivarne una, preferisco la possibilità di essere poligami con una persona sola, evolvendo il rapporto di coppia -a letto e fuori - attraverso obiettivi, progetti e sogni sempre nuovi. Credo che la vera rivoluzione (o evoluzione?) I non sia volare allo stesso modo su troppi fiori, ma di riuscire a farlo su un fiore solo in tanti modi diversi. Massimo Gramellini |
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