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vai all'indice delle "Pagine (da) Leggere" Un gabbiano che sta per spiccare il volo. Pagine leggere, pagine da leggere. Per sorridere. Per riflettere. Per approfondire. dal Supplemento ad Avvenire del 25 novembre 2001, n. 47 Anno V
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GLI ETERNI FIDANZATI/3
DUE CUORI, UNA PROMESSA I "week-end di spiritualità" a Verona, la "benedizione" a Terni e Reggio Emilia, il "Cenacolo" a Vigevano: viaggio (pastorale) nell'Italia degli innamorati di Nello Scavo Nella parrocchia di San Valentino, a Terni, di fidanzati ne sono passati a decine di migliaia. Arrivano da ogni Paese, spesso per ottenere una benedizione. Sotto lo sguardo benevolo di Valentino gli innamorati si promettono amore eterno. E lo fanno con un momento solenne che, negli anni, è caduto in disuso: la benedizione dei fidanzati. La "formulà' è contenuta nel benedizionario e grazie alla "Festa della promessa", che ogni anno viene celebrata il 14 febbraio, le coppie ricevono la parola benedicente del parroco don Paolo Rinelli e del vescovo Vincenzo Paglia. Ma questo momento non si ripete solo a febbraio. Può accadere che coppie di fidanzati capitino in quel di Temi anche in altri periodi dell'anno o che scelgano proprio la città di Valentino per "ufficializzare" il proprio fidanzamento. In termini di paragone si può dire che il matrimonio costituisce per i fidanzati ciò che il sacerdozio rappresenta per il seminarista. Oppure, all'inverso, che il fidanzamento sia per la coppia quasi una sorta di "seminario". Questo, per sommi capi, è quello che pensano anche le famiglie di Sant'Ilario, nella diocesi di Reggio Emilia, ispirate dal fondatore don Pietro Margini, che parlava di una vocazione che «impegna gli sposi per tutta la vita e richiede quindi una preparazione di livello non inferiore a quello dei giovani chiamati al sacerdozio», osserva oggi Vittorio Moggi, esponente della comunità di famiglie della località emiliana. Il che vuol dire come la benedizione impartita ai fidanzati «ha un significato analogo a quello dell'ordinazione diaconale». Le iniziative pastorali di Sant'Ilario guardano ai giovani innamorati aiutandoli a riconoscere come in questo momento della loro vita abbiano «rilievo l'amicizia e il dominio di sé, come fondamenti della capacità di amare». UN'AMICIZIA SOPRANNATURALE In questa prospettiva si innesta gradualmente la concezione di un' amicizia "soprannaturale", intesa come un camminare insieme "con" e "verso" il Signore: «Ecco allora che prende forma la proposta -chiarisce Moggi- di una spiritualità cristiana che investe la vita nella donazione e nel servizio». Tirate le somme, tutto ciò vuoI dire che «il tempo del fidanzamento è dato perché i due si conoscano e imparino ad aiutarsi nella crescita». Una stagione perciò propedeutica al matrimonio, che necessita della conquista di un dialogo intenso per arrivare a «una vera comprensione vicendevole, per accettare i difetti dell' altro e aiutarlo a superarli, per affrontare i sacrifici per amore dell' altro». E se questo concerne l'aspetto umano, il tempo del fidanzamento non può trascurare la «vita spirituale in comune, fatta di una profonda intesa nella preghiera, al fine di individuare i propri ideali e aiutarsi a realizzarli», Anche per questo a Sant'llario i fidanzati sono invitati e aiutati a vivere la Messa, «apportando alla comunità la loro gioia e le idee fondanti del loro progetto». E la spiritualità dei fidanzati è tra i punti fermi del programma pastorale della diocesi di Verona. Il segno più eloquente sono i "week-end della spiritualità". Una volta al mese le coppie di fidanzati si ritrovano per pregare e confrontarsi da vicino su temi che li riguardano: "Comunicare in due", ma anche "Chiamati ad amare liberamente". E questo fino alla primavera prossima. UN TESORO DA DISSOTTERRARE Il tema dell'accompagnamento delle coppie di fidanzati è ricorrente anche nel calendario delle attività pensato a Vigevano dove, quando gli innamorati si sentono pronti, possono ricevere la "benedizione dei fidanza ti", Per la comunità essi vanno considerati come "il tesoro nel campo", da proteggere e dissotterrare in un periodo che non è mai né breve né improvvisato. Per due anni le coppie più sensibili al dono dell'innamoramento (di solito si tratta di due dozzine di giovani) vivono grazie al Centro diocesano di pastorale familiare intense esperienze di spiritualità, di riflessione, caratterizzate dal confronto costante con coppie di sposi. Il momento forse più denso è la settimana di permanenza in una località di montagna insieme ai coniugi che guidano i gruppi di fidanzati. Poi chi decide di mettere all'anulare la fede nuziale può, nell'anno che precede il matrimonio, entrare nel "Cenacolo dei fidanzati". Del resto quello non è un nome a caso: «Lo chiamiamo Cenacolo -spiega Pier Luigi Gusmitta, uno dei responsabili - perché rievoca l'immagine degli apostoli che attendono l'effusione dello spirito», così come i fidanzati attendono le nozze. Il lavoro di gruppo si svolge in particolare attraverso l'uso di schede con le quali lasciarsi interrogare dai tanti "perché" di una scelta che non può essere né sovraccaricata né svilita dei suoi significati reali. E al giro di boa, pressappoco nel periodo natalizio, le coppie si ritrovano per una "tre-giorni" nella quale fare "esame" del cammino percorso interrogandosi sullo "stato di salute" del loro amore. I risultati sono una più capillare e attenta pastorale familiare che non disdegna di proporre queste iniziative anche "per recuperare il cammino di fede" di chi, grazie alla ventata di aria nuova portata dall'innamoramento, sia disposto a scommettere che quello dell'amore è un dono arrivato tutt' altro che per caso. |
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