Regolare i disaccordi Educarsi alla conflittualità
di Giorgio Campanini
Uomo e donna insieme si attraggono e si respingono; si amano e si detestano; si cercano e si escludono. Il rapporto fra uomo e donna quando è autenticamente duale – quando, cioè, non presume di eludere il conflitto fagocitando l’altro – è per sua natura dialettico. Vi è chi a questo confronto si sottrae con il celibato (e spesso con un celibato che usa l’altro, preferenzialmente la donna, come oggetto di piacere ma la rifiuta come soggetto di relazione) oppure con l’omosessualità, e cioè con la ricerca dell’altro simile, piuttosto che dell’altro dissimile, ritenendo meno impegnativa e faticosa questa relazione.
Chi invece l’accetta, con una relazione la sublima in nome di una vocazione più alta oppure stabile e duratura quale è di norma quella orientata al matrimonio, si accorge ben presto quanto dura e impegnativa sia la fatica della relazione; né stupisce oltre misura il fatto che – in una società come quella occidentale moderna, in cui sono venuti meno quasi del tutto i sostegni esteriori alla stabilità familiare – non si riesca nel tempo lungo a conciliare, in questa relazione, il momento dell’attrazione e quello della repulsione.
Allenarsi alla relazione uomo-donna significa educarsi al conflitto, prendere consapevolezza dell’inevitabilità e anzi della positività del conflitto e affrontare la fatica di regolarlo. [...]
brano tratto dall'articolo Una continua ricomposizione di Giorgio Campanini in Famiglia Oggi (agosto/settembre 2003) | |