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Un'oretta con don Angelo Treccani lasciando parlare il cuore su COPPIA e MATRIMONIO
4. La coppia: essere uno, pur restando due, in un cammino di fedeltà
- AMARE SE STESSI
L'obiettivo primario della coppia creare all'interno del rapporto dei due un rapporto di intensa e profonda comunione senza che questo vada a scapito dell individualità dei due singoli.
È molto importante.
Lo si diceva anche ieri: attenti a non manipolare l'altro o l'altra.
1. Amare se stessi
Ragazzi vi prego e vi scongiuro abbiate di voi stessi una forte carica di autostima.
Quello che tu sei chiamato a compiere all'interno della coppia nessun altro lo può fare al tuo posto. Dunque nessuno lo può fare meglio di te. Sei qualcosa di grande di unico di irripetibile.
Siamo così grandi pensate che siamo riusciti a scomodare il Figlio di Dio per scendere sulla terra e salvare tutti noi.
Perciò importante avere di se stessi una forte carica di autostima ed un giudizio fortemente positivo.
2. Il motorino di Pierino
Ragazzi molto importante che abbiate a lunga scadenza ma anche a scadenza immediata degli obiettivi di vita.
Non girate a vuoto, abbiate degli obiettivi di vita, anche se uno può dire:
"I miei obiettivi di vita, stanti così le mie situazioni, le mie cose, sono impossibili, però non voglio smettere di sognare".
Ragazzi, ve lo ripeto ancora, quando una coppia smette di sognare, quella coppia diventa vecchia.
Per qualcuno il mutuo della casa, per altri...
Abbiate degli obiettivi, non girate a vuoto, anche se è necessario mantenere i piedi per terra.
3. Le due mani diverse
Mentre non voglio perdere neanche un grammo dell autostima che ho di me stesso ho anche fatto mille volte al giorno questa esperienza, che dentro di me, nonostante tutto, ci sono mille contraddizioni.
Le accetto.
Il giorno in cui accetto le mie contraddizioni è un giorno importante perché facilmente mi dispongo anche ad accettare le contraddizioni che scopro nel mio coniuge.
- SAPER AFFRONTARE LA SOLITUDINE
Se due si sposano perché hanno dei problemi irrisolti e credono di risolvere il problema con il matrimonio, poveri loro! Si mettono in una situazione fallimentare in partenza.
4. Le mie impronte
Uno dice: “Ho raggiunto un minimo di maturazione, potrei sopravvivere da solo come quella palma”.
5. La palma
Però un giorno mi è capitato passando per le strade della mia città di incrociare il suo sguardo. Quel giorno è nata in me questa convinzione: la mia vita senza la tua accanto a me, non vissuta insieme, sarebbe stata estremamente limitata.
6. Le nostre impronte
Dunque, noi due insieme possiamo raggiungere dei grandi obiettivi di vita. Solo così si cammina al passo dell’altro. Occorre passare da un atteggiamento di interdipendenza ad un atteggiamento di intersoggettività.
- Interdipendenza
Cos’è?
L’incapacità di operare delle scelte senza dipendere dall’altro. Quello spot televisivo di qualche anno fa, “Mi ami? Quanto mi ami?”, è tipico dell’atteggiamento di interdipendenza.
I due che sono innamorati, vivono l’incantesimo, hanno bisogno continuamente di verificare se i loro sentimenti sono ricambiati dall’altro.
- Intersoggettività
Uno dice:
”Mi sono trovato un giorno nella condizione di fare una scelta, seria, che comunque coinvolge anche l’altro. Non avevo la possibilità di comunicare con Lei/Lui, il telefono non funzionava, c’erano delle difficoltà, comunque io ho fatto la scelta, ed ho questa certezza, e presentandola al partner, sicuramente l’accetta, perché sa che comunque il nostro stile di vita è questo qui: siamo incapaci di operare delle scelte senza tener conto del modo di vedere o di operare dell’altro”.
Il che vuol dire essere arrivati ad un clima di profonda fusione da parte dei due.
- COMUNICARE
Due aspetti importanti.
7. Il parlarsi
- Quando incontro i fidanzati, ripeto sempre questo ritornello: “Fra qualche mese la prima cosa che va in crisi è il dialogo.”
Tuo marito arriva a casa la sera stanco, si siede davanti al televisore, con i piedi sul tavolino, guarda il televisore.
Tu lo stai aspettando, hai bisogno di parlargli, quello, dopo due o tre domande che tu con insistenza gli fai, ti manda a quel paese o se ne va via sbattendo la porta.
Ragazze, se lui non parla - lo so che non siete convinte, però lasciatemi finire – non è che non ha niente da dire, ti sta dicendo con il suo silenzio che le cose per lui vanno bene così.
Però tu non sei convinta di questo, hai ragione, il tuo modo di porti è diverso.
Allora, arrivate eventualmente ad un accordo: “Quando arrivi ti lascio tranquillo per mezz’ora davanti al televisore, però ad un certo punto lo spegni e per dieci minuti ti siedi e mi ascolti.”.
Guardate che la donna ha particolarmente bisogno di incontrare qualcuno che l’ascolti.
Se tu non la ascolti ed il tuo vicino di casa presenta “disponibilità all’ascolto”, cerca di preoccuparti!
Tua moglie non si preoccupa, non perché è ingenua, perché non sa porsi il comportamento dell’uomo.
Quello evidentemente si rende disponibile all’ascolto, perché vuole ascoltarti in un altro modo.
Sta attenta, perché è pericoloso!
Però se ad un certo punto all’interno del cammino della coppia manca questo dialogo, manca la parola, le cose non funzionano.
8. Le musiche
- Un altro aspetto che accenno solo, anche se sarebbe un argomento da utilizzare molto:
non dimenticate che la comunicazione a livello verbale potrebbe trasmettere un trenta percento.
Ci sono tanti altri modi di comunicare.
9. Il rapporto coniugale
Ragazzi e ragazze, uno dei modi di comunicare all’interno del matrimonio è il rapporto sessuale.
È una comunicazione intensa, dove la persona esprime tutto ed il meglio di sé.
Non sottovalutiamolo. Lo vedremo fra un istante.
GIOIRE DELLE DIFFERENZE
10. l’uno bianco, l’altro nero
11. un’unica cosa grigia
12. reciproco rispetto delle differenze
Uno è nero, l’altro è bianco: non diventate, per favore, una sola cosa grigia. Chi è nero deve restare nero, chi è bianco resta bianco, ed il disegno veicola bene l’idea, con degli spazi di interferenza: ci sono degli interessi comuni, però ci sono delle differenze rispettate.
Sono convinto che nel cammino della coppia vi siano alcuni passaggi. Il primo l’avete superato e probabilmente anche il secondo.
- Pierino e Pierina, L’UNO INCANTATO DELL’ALTRA.
È un passaggio che si supera automaticamente dopo un po’ di mesi, senza però bruciare le tappe neanche lì. A me piace davvero quando mi capita di vedere i vari Pierini o Pierine innamorati. E se si rivolgono a me, sono senz’altro serio nel trattarli: non mi permetto di fare battute stupide, come tante volte purtroppo i genitori possono anche fare, perché sono molto, molto negative.
Poi questo momento passa
- I due sono magari arrivati a decidere per il matrimonio e si dice questa seconda fase, la fase della complementarietà.
Si diceva anche così: sono due metà in cammino verso la meta che è il matrimonio.
Qualcuno pensa che arrivati al matrimonio, siccome hanno ricevuto anche la benedizione del Signore, dunque sono a posto, adesso possono cominciare la loro esperienza.
- III. Io penso che il terzo passaggio occorre che i due lo facciano dopo un po’ di tempo che sono sposati. E occorre farlo con un atto positivo, non scatta automaticamente.
Mi spiego.
I due sono sposati e stanno insieme da un anno, un anno e qualche mese, ed uno incomincia a fare questa riflessione su di sé:
“Da quando vivo con mia moglie/mio marito, mi è capitata una cosa molto interessante, ho scoperto nella mia persona alcuni ambiti che prima non conoscevo.
Contemporaneamente ho scoperto anche nel mio partner alcune cose che prima non erano evidenti.”
La coppia decolla per quel famoso volo a cui accennavo questa mattina, quando fra i due, in una maniera reciproca c’è questo atteggiamento, uno di fronte all’altra:
“Io voglio che tu sia te stessa/te stesso e che perché possa esserlo, sappi che puoi contare prima di tutto sul mio aiuto e sul mio appoggio.”
È l’esatto contrario di quanto ordinariamente, non sempre, la moglie tenta di fare nei confronti del marito.
“Di mio marito c’è qualcosa che non funziona, che non mi piace. Non mi preoccupo: lentamente lo tiro dalla mia parte.”
Assolutamente! Né da una parte, né dall’altra! Rispetto! Anzi:
“Io ci sono perché tu devi contare su di me perché tu possa diventare te stessa fino in fondo.
Mi sono innamorato di te, anche delle tue qualità nascoste che adesso sono emerse.
Dunque, datti da fare perché anche con il mio contributo questa possibilità possa arrivare a piena maturazione.”
In quel caso la coppia decolla e veramente diventano innamorati. Un innamoramento che lascia le due persone profondamente autonome, liberi ma anche interdipendenti, di quella dipendenza di due persone veramente realizzate che sono orientate alla vera fiducia reciproca.
Guardate che non è facile realizzare questa intesa. Se uno ama lo fa questo salto di qualità.
Sono convinto che – non faccio mai numeri perché non mi intendo di numeri – una buona percentuale di matrimoni che magari ufficialmente sono ancora così, “regolari”, dentro vivono drammi grossi.
Stamattina Elsa ha detto una cosa che mi sembra molto vera:
oggi il matrimonio è in crisi di più o di meno rispetto a cinquant’anni fa?
È in crisi esattamente come cinquant’anni fa con la sola differenza che allora, per salvare una certa esteriorità, si evitava la rottura fino in fondo. Probabilmente un sacco di persone che hanno avuto dei traumi, dei rapporti davvero conflittuali con il marito, le botte che si davano erano davvero sconvolgenti, però restavano insieme perché c’era un contesto che li puntellava.
Oggi, di fronte alla prima difficoltà, uno smamma e se ne va via, magari torna a casa.
Questo è molto pericoloso per la conclusione immediata, però sta dimostrando che il suo non era un matrimonio ma un mezzo fallimento.
I virtuosi camminano, i sapienti corrono, solo gli innamorati volano.
RINUNCIARE ALLA POSSESSIVITÀ
13. La mano aperta
C’è una mano aperta con una colomba che vi si posa.
Se mi trovassi in Piazza San Marco, a Venezia, con un piccione che becca un po’ di granaglie che ho messo sulla mano e gli stringo le zampe, il piccione comincia a dimenarsi, perché ha paura.
14. Un fiore donato
La seconda vignetta evidenzia invece una mano che dona un fiore: occorre imparare a farsi dono.
15. Il nastro a forma di cuore
In quest’altra vignetta c’è questa specie di nastro che ci dice questa idea:
il rapporto coniugale non deve strangolare nessuno.
Se dovessi tirare i due capi, quello diventa un nodo, se lo lascio così com’è, c’è il tentativo di cogliere al suo interno, la sagoma di un cuore.
Ecco, il matrimonio non deve soffocare nessuno, deve fare lievitare la libertà di entrambi.
ACCETTARE LE IMPERFEZIONI …
... quelle dell’uno e quelle dell’altra. Non necessariamente si assommano.
Le imperfezioni ci sono.
La coppia perfetta sulla faccia della terra non esiste ancora e facilmente non ci sarà neanche dopo i campi-scuola.
Non ci sarà mai la coppia perfetta. Però se so davvero che alcune mie difficoltà fanno parte comunque della mia esperienza di vita, del mio cammino, della scelta di vita che ho fatto, le accetto con disinvoltura.
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ROMPERE CON IL PASSATO
Due cose.
- La prima: io faccio sempre a chi arriva al matrimonio un augurio insignificante.
Perché proprio l’altra mattina, tornando giù per un funerale, ho incrociato un gruppo di giovani di ogni età, delle prime coppie che ho conosciuto, ed alcuni sono prossimi ed altri hanno già fatto il 25° anniversario di matrimonio. Per me sono ancora ragazzi, ma non sono più ragazzini.
Alcune di queste coppie le ho incontrate, pensate, all’inizio della mia esperienza di prete, che stavano già insieme, avevano fatto la terza media, due adolescenti, e si erano messi insieme.
Poi hanno fatto un certo cammino, si sono sposati, hanno già fatto il 25° da qualche anno.
Questo per dire che è possibile che due stiano insieme da quando sono adolescenti, anche se io oggi li guardo con un po’ di diffidenza, poi si sposano e tutto può funzionare bene.
Ma può anche capitare che dopo qualche anno, magari con qualche problema, uno dei due si accorge che il mercato gli propone dei prodotti più freschi.
È un problema serio.
Se uno invece dice: “Sono uscito tre mesi, quattro mesi, un anno con una ragazza, non ci siamo capiti e ci siamo lasciati.”, ha avuto almeno un minimo di possibilità di capire che il mondo gli può offrire mille possibilità.
- La seconda cosa che auguro a tutti, anche a voi, è questa.
Coglietela con molta serenità, io lo dico molto tranquillamente.
La possibilità di piantare la propria abitazione a cinque chilometri dai genitori di lui e altrettanto da quelli di lei.
Io dico sempre questo: quando ci si sposa … fuori dai piedi, alle larghe, alle larghe!
Guardate che, preciso questo, non è tanto e solo la distanza geografica che risolve il problema, è la libertà psicologica.
Perché ho conosciuto anche una coppia che veniva da più di mille chilometri di distanza e lei, non so che tipo di bolletta pagasse, sicuramente era dell’ordine di un migliaio di euro, stava tutto il giorno al telefono con la mamma. La distanza c’era ma la dipendenza era evidente.
Per dire che la geografia non basta, ma può essere un contributo.
19. rompere con il passato
20. guardare da lontano
21. uscire per ritrovarsi
E adesso giriamo il foglio e parliamo di alcuni accorgimenti pratici per un felice cammino matrimoniale.
Sono testi un po’ datati, ma sempre attuali.
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