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"Pagine (da) Leggere"

Un gabbiano che sta per spiccare il volo.
Pagine leggere, pagine da leggere.
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dal Supplemento ad Avvenire del 25 novembre 2001, n. 47 Anno V



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in questo sito:
Perdonami
A. Galli, giugno 2000
C'era la famiglia ...
D. Boffo, maggio 2001
Gambarotta: «No, i parenti no!»
M. Pozzi, novembre 2001
Due cuori, una promessa
N. Scavo, novembre 2001
Selezione di articoli di Avvenire sulla famiglia

Il sociologo Belletti (Cisf) la definisce la "coppia leggera": si sta bene insieme, ci sì sostiene e ci si consola, però a metter su famiglia si aspetta. Oltre i 30, 35 anni...
TI AMO MA
NON TI SPOSO

Paolo Natale (Abacus): i giovani riscoprono l'affettività, sono fedeli e innamorati, ma vivono solo l'oggi e non progettano il futuro Francesca Sartori (Iard): l'amore viene idealizzato. A scapito della vera conoscenza reciproca

di Antonella Mariani

Ecco il fidanzamento "leggero": si sta bene insieme, ci si comprende e ci si rispetta, ci si sostiene e ci si consola. Però a metter su famiglia si aspetta. Fino ai 33, 34... 37 anni e poi chissà. Lo confessiamo: quando abbiamo deciso di impostare un dossier sul fidanzamento degli anni Duemila, avevamo già in mente questa coppia. "Leggera", appunto, secondo la definizione del sociologo Francesco Belletti del Centro internazionale studi famiglia (CISF), fatta di sentimenti più che di impegni.

Speravamo però di sbagliarci. Avevamo l'illusione che interpellando i sociologi degli istituti di ricerca più quotati - quelli che conoscono vita morte e miracoli della società italiana - avremmo scoperto una cosa diversa.
Magari che tra i giovani il fidanzamento stesse tornando "di moda", che ci fosse una riscoperta di alcuni riti antichi come lo scambio degli anelli, che insomma la coppia si aprisse al futuro ed alle sue sfide.

Del resto lo Iard nel suo Quinto rapporto dal titolo "Essere giovani oggi" aveva fatto notare che la famiglia è al primo posto nei valori dei ragazzi, seguita dall'amore e dall'amicizia. Possibile allora che i giovani adorino l'idea di famiglia, ma non sentano l'urgenza di formarne una propria! Possibile che esista lo "stare bene insieme" e basta? «Si, è così - risponde Francesca Sartori, docente di Sociologia dell'Educazione a Trento e collaboratrice dello Iard-. Le cause sono tante. Primo: si lascia la casa paterna sempre più tardi. Secondo: nella famiglia d'origine si sta bene, si gode della massima libertà e autonomia. Viene quindi a mancare la motivazione alla costruzionedella propria indipendenza». Quindi si "sta insieme" perché ci si vuole bene, perché si ha desiderio di passare del tempo in compagnia, non perché si pensa a sposarsi.
Le indagini degli istituti di ricerca confermano che la "coppia leggera" è però tutt'altro che farfallona. I nuovi fidanzati sono fedelissimi, onesti l'uno con l'altro e innamorati.

«L'idea di coppia sta riprendendo piede», conferma Paolo Natale, docente di Metodologia della ricerca a Milano e curatore per l'Abacus di analisi periodiche (i "barometri sociali") sul tema della famiglia. «C'è una tendenza a vivere la coppia come bene rifugio: c'è fiducia nell' altro, lo si investe della propria affettività, senza che ciò diventi un progetto di vita comune». C'è anche l'illusione che l'amore basti a se stesso. «Sì, esiste una tendenza a sopravvalutare il sentimento: l'amore viene idealizzato -conferma la Sartori- e non ci si preoccupa delle cose concrete come la conoscenza reciproca, la mediazione tra due persone appartenenti a storie familiari diverse. Insomma, non si lavora per la costruzione di una famiglia».

Così i giovani della propria coppia dicono: «Noi ci capiamo», ma si tratta di una comprensione astratta, di una condivisione di sentimenti e non di valori. «Ho l'impressione - aggiunge Francesco Belletti del Cisf -che la giovane coppia oggi non si scambi promesse vere. L'impegno arriva in un certo senso solo davanti all' altare, senza che mai, prima, si sia effettuata una seria verifica delle proprie intenzioni. Sono storie che spesso durano anni, impostate però sul giorno per giorno». Chi dice, a questi giovani, che la vita a due è fatta anche di ostacoli e di impegno? Nessuno: né la famiglia, né i mass media. La Chiesa, dal canto suo, fatica a "rintracciare" i ragazzi di questa fascia di età e solo in alcune diocesi esiste una pastorale dei fidanzati, come "tempo di grazià' a sé stante.

Esistono invece ovunque i corsi di preparazione al matrimonio, ma il tempo è troppo limitato. Capita quindi che all'altare (quando ci arrivano... ) gli sposi si giurino amore eterno, ma non si conoscano davvero, né abbiano gli strumenti per affrontare la vita a due. Nella quotidianità della convivenza, quando il sogno romantico si affievolirà, scopriranno che non c'è solo la gita fuori porta. Alle prime difficoltà si rimette in discussione tutto. E la "coppia leggera" troppo spesso prende il volo.

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