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La relazione di Elsa Belotti4. I genitori degli sposi.
Quarta margherita. La dico sempre in maniera un po’ pesantuccia ai fidanzati. Quando ci sono i corsi per fidanzati invito sempre anche i genitori perché così sentono questa quarta margherita: per essere felici nella vita di coppia bisogna "mandare al diavolo" le nostre mamme. E aggiungo che sono molto gentile perché le mamme andrebbero ammazzate sul posto, perché combinano troppi danni ai figli; dico le mamme e non anche i papà perché i papà disturbano un po’ di meno, hanno una voce distaccata e più equilibrata verso i figli.
Siamo noi mamme che gli stiamo troppo addosso e li roviniamo.
Faccio cinque premesse.
- PRIMA PREMESSA.
Il rispetto per i genitori ci deve sempre essere, anche se non li stimiamo più dobbiamo sempre trattarli con rispetto, il quarto comandamento dice: “Onora il padre e la madre”; attenzione alle parole, Dio non dice: “Ama il padre e la madre”, dice “onora” perché Dio è molto realista, la realtà l’ha creata Lui. Non ci chiede mai niente contro la realtà e Dio lo sa che nella realtà noi potremmo anche arrivare a non amare più i nostri genitori, questo è possibile e Dio non ce lo chiede, ci chiede solo di onorarli, cioè di trattarli con rispetto. Per il resto dice un’altra cosa. Se vi chiedo quanti sono i comandamenti voi dite dieci, sono uno più dieci, non undici e quell'uno primo dei dieci perché è stato detto prima, è stato detto proprio all’inizio e primo anche come importanza perché è il più importante degli altri dieci in quanto gli altri dieci dipendono da questo. Il “non ammazzare” dipende da questo. Il primo comandamento è questo: “Lasceranno – che poi la traduzione giusta è abbandoneranno- il padre e la madre e saranno una carne sola”, sottinteso che non possiamo essere una carne sola cioè sposarci dentro se prima non abbiamo abbandonato il padre e la madre.
- SECONDA PREMESSA.
L’aiuto in caso di bisogno tocca a noi figli verso i genitori, sottolineo in caso di bisogno, non quando le mamme s’ammalano apposta così costringono i figli a passare una volta di più a salutare, perché le mamme ne sanno cento, non una più del diavolo. Prima manipolano i figli in tutti i modi, quando non arrivano più a manipolarli, arrivano a fregarli con i sensi di colpa: “e come mai non avete telefonato?” “ e come mai non siete passati a salutarmi?” “e chi penserà a noi due poveri vecchietti che restiamo qui?”. E pianti il giorno che i figli si sposano in chiesa, così vi fregano con i sensi di colpa: Se io vi raccontassi quello che sento tutti i giorni e io non è che incontri gente particolare nel mio lavoro, incontro gente come voi. Faccio un esempio: una ragazza di trentadue anni, fa l’insegnante e decide di andare a vivere da sola; la mamma comincia a dare i numeri: “E io pensavo di essere stata una brava mamma con te e allora tu mi dici che ho delle colpe, cosa ho fatto io di male per avere una figlia come te, qui da sola io morirò se tu vai via”, io dico magari, così risolviamo il problema se muore. Siccome la figlia persiste nell’idea di andar via, la mamma prende le pastigliette, naturalmente in numero sufficiente per non morire, e le mamme sono perfette in questo e queste sono le fregature tremende che danno la mamme ai figli. Basterebbe dire a tua figlia: “Mi fa piacere se sei felice, mi spiace un po’ stare sola, ma guarda mi basta che tu faccia la tua vita”; a trentadue anni non è mai riuscita a trovare il moroso, lo credo bene che non ha il moroso, ci sei tu che le impedisci di averlo; ne ha fatti passare quattro o cinque ma nessuno andava mai bene alla sua mamma.
- TERZA PREMESSA.
Essere noi i primi da sposati che telefoniamo ai genitori e chiediamo: “Come state, state bene, avete bisogno di qualche cosa” “Sì anche a noi va tutto bene”: tutta la telefonata finisce lì, non una parola di più, il di più è del maligno, direbbe il Vangelo.
- QUARTA PREMESSA.
Mai rompere i rapporti coi genitori. Non si rompono i rapporti perché si passa dalla parte del torto. C’è sempre il modo giusto. Ma soprattutto neanche con le suocere. Il problema qual è? Che tra suocera e genero le cose si sistemano prima perché c’è un uomo e una donna, ma tra suocera e nuora ci sono due femmine e in mezzo un maschio che è quello del marito ed è quello da conquistare da parte di tutte due, quindi è lì che i problemi escono di più. Il massimo che ha fatto la suocera nella sua vita, la cosa più bella, è quel figlio maschio e ce l’ha regalato, dunque le suocere poverine hanno perso tutto, siamo noi le vincenti. Allora è una prova di intelligenza non rompere i rapporti con la suocera. E poi c’è sempre un modo “ma io non lo vedo” il fatto che tu non lo veda non significa che non c’è, devi dire che non lo vedi; c’è sempre un modo gentile, educato, elegante ma deciso che può far capire alla suocera che può arrivare soltanto fino qua.
- QUINTA PREMESSA.
È anche il test più veloce per sapere se una coppia sposata va bene. Andare a mangiare la domenica dalla mamma. Ci si può andare qualche volta, non tutte le domeniche, che poi si va quasi sempre dalla mamma di lei oppure la moglie che dice: “Tanto mio marito ha piacere che io vada dalla mia mamma a mangiare perché sarei da sola”. Appunto! Tu mangia da sola a casa tua, cosa continui ad andare dalla tua mamma tutti i giorni a chiacchierare, sta a casa tua. Una signora mi diceva: “Io torno a casa, sono sempre da sola (fa l’ostetrica), mi preparo da mangiare, prendo il piatto, vado al piano di sotto da mia mamma a mangiare.” Io le dico: “Scusi, ha bisogno di andare giù a far vedere alla mamma che la bambina ha mangiato tutta la pappa??” Ma sta su a casa tua a mangiare! Cosa vai giù dalla mamma? La coppia che tutte le domeniche è a casa dalla mamma a mangiare significa che come coppia non sta andando per niente bene, non ci si rende conto i primi anni, ci si rende conto dopo, ma siamo su una strada molto pericolosa. Sennò mangiamo pane e cipolla, pane e formaggio ma a casa nostra.
Queste cinque come premesse, ma mandare al diavolo la mamma in un altro senso, nel senso che nel momento in cui ci sposiamo, la persona più importante diventa il marito, diventa la moglie, la mamma verrà subito dopo, ma dopo. Per cui prima salgo a salutare mia moglie, poi scendo a salutare mia madre e non viceversa, anche se faccio tre scale in più perché al primo posto c’è mio marito e non è necessario ridiscendere tutte le sere a salutare la mamma.
Perché ci sono dei mariti che vanno a leggere tutti i giorni il giornale dalla mamma, a bere il caffè dalla mamma: ma stai su con tua moglie!!!
Allora vuol dire che nel momento che noi ci sposiamo - lo dico ai fidanzati ma vale anche per noi sposati - non dobbiamo più sentire il bisogno di telefonare tutti i giorni alla mamma.
Invece ci sono sposini che tutte le sere alla sette e mezza telefonano alla mamma. E se ritardano un quarto d’ora una sera, arriva la telefonata della mamma col tono lamentoso: “È successo qualche cosa che non mi hai telefonato?”.
È peggio che timbrare un cartellino! E se poi una mamma si permette di telefonare tutti i giorni, quando si vede il numero, non si risponde ... perché un po’ invadente è la mamma.
Esiste anche un altro atteggiamento: i figli non lasciano stare i genitori, allora sono i genitori che devono allontanarli.
Si dice: “Oggi non posso proprio tenerti il bambino, devo andare via col papà”, a meno che non sia una necessità. È logico che questo è il caso generale, se c’è un problema particolare, una necessità particolare, si aiutano i figli, altrimenti bisogna proprio staccarli anche da noi. Perché ci sono anche i figli che sono troppo invadenti e si fanno sempre tenere i figli, anche quando non c’è necessità. In questo caso i genitori devono dire: “Guarda la figlia è tua, devi tenertela un po’ tu. Io ho anche la mia vita col papà, la figlia non è mica mia, l’hai fatta tu, quindi tienitela tu con tuo marito.”.
Ripeto se non ci sono casi particolari.
Quando ci sono le manipolazioni da parte dei genitori o da parte dei figli, vale sempre lo stesso principio: le manipolazioni non si accettano.
Oppure il bisogno di chiacchierare tutte le domeniche pomeriggio con la mamma: si chiacchiera col marito o con la moglie, non con la mamma.
Oppure il bisogno, io lo dico sempre ai fidanzati, nel momento in cui si preparano al matrimonio, di andare a fare le spese con la mamma; ma dovrai passare tutta la vita con quell’uomo, cosa c’entra la mamma?
Che poi ci sono le mamme che mettono il naso dappertutto, anche nella scelta della camera da letto e pagano apposta così vogliono sceglierla loro, come se ci dovessero dormir loro!
Una coppia mi diceva: “Abbiamo cambiato le bomboniere perché non piacevano a mia mamma.” Ma voi siete matti! Ma chi è che si sta sposando? Allora dico ai fidanzati: “Voi scegliete tutto, pagate tutto, arredate la casa, quando l’avete già pronta, chiamate contemporaneamente i quattro genitori, così non fate delle differenze, e fate vedere la vostra casa pronta.
Se sentiamo ancora questi bisogni vuol dire che indossiamo ancora il vestito di figli, dipendenti da nostra madre e se indossiamo ancora quel vestito, come facciamo a mettere il vestito di padri, di madri e - ancora prima - di marito e di moglie?
Prima dobbiamo toglierci il vestito di figli, poi possiamo metterci un vestito diverso, sennò stiamo con tre vestiti uno sopra l’altro e certamente non stiamo troppo bene.
Due test per la maturità di coppia.
- Il primo è questo: ammettiamo che mio marito dica un difetto della mia famiglia, della mia parentela. Se non è vero controbatto, però ricordiamoci che mio marito è molto più obiettivo di me sulla mia famiglia, così come io lo sono più di lui sulla sua.
Per cui, quando l’altro dice qualcosa sulla nostra famiglia, ascoltiamolo con attenzione perché ci azzecca sempre.
Ma io come la prendo?
Se la prendo serenamente dico: “Hai ragione, mia madre è proprio fatta così, la mia famiglia ha proprio questo difetto.” Questa è maturità.
Se invece mi dà fastidio sentir dire quella cosa lì, mi incavolo con mio marito perché osa toccare la mia famiglia e comincia il ping-pong: "...e allora nella tua famiglia, tua mamma, tua sorella ecc...", in quel momento cosa sta succedendo? Stiamo dando il potere alle nostre famiglie di origine di allontanarci, di separarci. Se vogliamo litigare, litighiamo su cose nostre, non sulle nostre famiglie che non c’entrano più.
Oppure comincio a giustificare: “Tu non conosci mia mamma, io so che mia mamma fa cosi perché ....”. La giustifico, ho su ancora il vestito di figlia, non abbiamo ancora lasciato il padre e la madre.
- Secondo test: ammettiamo che andiamo a trovare i genitori e la mamma per esempio dica - perché i papà di solito stanno zitti: “Mi ha detto tuo marito che farete questa cosa qua”.
“Se te l’ha detto mio marito vale anche per me”.
Se poi non sono d’accordo dopo, a casa, litigo con mio marito perché ha detto una cosa sulla quale io non ero d’accordo ma davanti agli altri che mi chiedono conferma devo dire: “Sicuramente è così”.
Se poi una coppia è unita questa cosa non succederà mai perché nessuno dei due si permetterà mai di dire qualcosa ad un altro, senza prima averla concordata con il coniuge.
Per cui l’unico consiglio che dò sempre ai fidanzati è che vadano ad abitare lontano da tutti e se sono vicini, e questo è causa di litigi, immediatamente traslocare perché tante coppie si separano, hanno difficoltà quando sono vicine ai genitori; meglio andar lontano.
E dico anche sempre ai fidanzati: “Se abitate vicino ai genitori, la sera delle nozze la porta si chiude a chiave, la mamma suonerà come qualsiasi altra persona.”.
Se la mamma dice: “Ma ieri sera ho suonato, come mai non mi avete aperto?”. Risposta, sempre gentile: “Stavamo facendo cose nostre, noi non abbiamo sentito” anche se abbiamo sentito.
La chiave della porta non si dà ai genitori. Anche se si offendono non si dà, si dice: “Io e mio marito riteniamo opportuno non darvi la chiave del nostro appartamento, se poi voi vi offendete, questo è un problema vostro”.
E date anche le spiegazioni ai genitori, perchè i genitori dicono:
“Ma se succede qualcosa, se piove ti tiro giù le tapparelle, ti ritiro il bucato” “Mi arrangerò”
Sembra sempre che debba succedere qualcosa, non succede mai niente.
Poi una coppia dice: “Ma se si rompe il tubo dell’acqua?” E che diamine! Si rompe il tubo dell’acqua tutti i giorni?
Se si rompe il tubo dell’acqua chiamerai i vigili, anche se hai la chiave per entrare, cosa fai?
Oppure per il bucato mi arrangerò, laverò una volta di più se piove.
Allora si dà la spiegazione ai genitori.
Il vostro appartamento è la vostra chiesa domestica, è un luogo sacro e quindi una persona dovrebbe entrare togliendosi le scarpe davanti al vostro appartamento, perché è un luogo sacro: ci sono due persone consacrate dal sacramento del matrimonio. E il vostro lettone è il vostro altare dove si celebra una liturgia sacramentale come l’eucarestia.
Nell’eucarestia Gesù dice: “Questo è il mio corpo che offro a voi” e a letto noi cosa diciamo? Magari non a parole, ma diciamo: “Questo è il mio corpo che offro a te”: quella è la nostra eucarestia.
E quindi tutte le volte che facciamo l’amore, soprattutto se lo facciamo bene, altrimenti un po’ meno, ci aumentiamo la grazia del sacramento.
Questo è quello che la Chiesa ci dà col sacramento del matrimonio: non mi sembra poco!
Quindi quando noi arriviamo alla messa che il tavolo è già apparecchiato, l’altare è già predisposto con i fiori, invece quando noi siamo alla nostra tavola in famiglia, stiamo predisponendoci per una eucarestia e quando andiamo a letto è un altro altare.
C’è la tavola dove mangiamo ma c’è anche un’altra tavola che è quella coniugale.
E quindi nessuno deve permettersi di venir su a guardare il nostro letto, a spiare nel nostro altare a metterci a posto le cose.
Se si abita vicino ai genitori, bisogna stare attenti ai pellegrinaggi delle mamme, perché loro cominciano a portarvi le cose pronte da mangiare, naturalmente se è una cosa misurata si accetta, se si va a trovare i genitori e non veniamo mai via a mani vuote e va bene, se la mamma abita vicino e ogni tanto ci dà qualcosa di pronto, va bene anche lì; io sto dicendo quando le cose sono proprio esagerate, quando non c’è la misura. Allora se non c’è la misura bisogna parlare alla mamma, se è la mamma di lei parla lei, se è la mamma di lui parla lui che è più logico oppure si parla tutti due insieme e si dice: “Lei signora”, non si chiama mamma la suocera, “ noi la ringraziamo perché pensa sempre anche a noi due, però sappiamo che è anche intelligente, capirà il perché noi non possiamo accettare tutto quello che lei ci dà.
Sempre con gentilezza e con eleganza, perché se è la mamma di lei fa uno sporco gioco, perché portando sempre le cose pronte, sta dicendo, non a parole, ma sta dicendo alla figlia: “Io sono più brava di te a far da mangiare” quindi o la mamma sta seducendo il genero con il minestrone, perché questo è la parola giusta, si chiama seduzione.
E se andiamo a mangiare dalla mamma quelle tre volte all’anno, non di più, e la mamma osa servire per primo nostro marito, noi dobbiamo bloccarle il braccio e dirle: “Ascolta mamma, prima servi il tuo di marito, poi servirai il mio, perché quando voi due verrete a casa nostra a mangiare (quelle tre volte all’anno, non di più), io prima servirò il mio di marito e poi servirò il tuo”.
Date una lezione anche a certe mamme che trascurano il marito e seducono il genero. Questi sono peccati gravissimi delle mamme: prima si serve il proprio marito, poi si servono i figli, non viceversa perché al primo posto c’è tuo marito.
E al primo posto c’è il marito comunque e si trascurano i figli ma non il marito, perché se trascuriamo il marito saranno sempre trascurati anche i figli.
Se la mamma è di lui il gioco è doppiamente sporco perché sta dicendo al suo bambino, magari ha quarantadue anni ma è sempre il suo bambino, e alla nuora: “Una donna brava e in gamba come me tu non la troverai mai.”
Poi la moglie si incavola di brutto, il marito ingenuo, perché i mariti non capiscono niente di queste cose qui, dice: “Ma perché te la prendi tanto? Guarda che mia mamma voleva solo farci un piacere.” Cioè non ha capito niente di quello che è passato tra le due donne, della rivalità tra le due donne.
E poi ci sono dei mariti, io li chiamo “imbesuiti” - insomma si capisce il significato-, se c’è la mamma di mezzo, loro tacciono. Difendi sempre tua moglie, poi a casa, se non sei d’accordo gliene dici di tutti i colori a tu per tu, ma davanti alla mamma difendi sempre tua moglie.
Altrimenti si dice gentilmente: “Ascolta mamma, se mia moglie - si sottolinea mia moglie - ti ha detto così, guarda che tra noi due, per noi due coppia, va bene così: tu stattene fuori!”.
Altrimenti la moglie si arrabbia e ha tutte le ragioni perché sembra che non l’abbiate ancora sposata, avete sposato la vostra mamma.
Non si porta la roba a lavare e a stirare dalla mamma, a meno che non sia proprio una necessità. Allora ci si dà una mano, naturalmente c’è sempre la misura. Altrimenti o pagate qualcuno che ve lo fa o lo fate di notte di stirare e di lavare o insegnate al marito a darvi una mano, ma non si torna dalla mamma a lavare e stirare.
Perché essere adulti significa fare il cavolo che vogliamo ma a nostre spese; se non siamo pronti per questo, non siamo pronti neanche per il matrimonio.
Siccome voi state pensando che io sia esagerata con le mamme, vediamo il Vangelo.
Gesù nel Vangelo è più esagerato di me e tratta maluccio sua madre.
- Prima pagina.
A dodici anni Gesù si ferma a Gerusalemme, si dice che si perda.
Lui non si perde a Gerusalemme, lui si ferma per i fatti suoi.
Quando va via e lo ritrova Giuseppe, chi è che parla? La Madonna! S. Giuseppe tace, come tutti i papà. E la Madonna cosa dice? “Perché ci hai fatto questo?”. Sarebbe stato diverso se avesse detto “perché hai fatto questo”: le madri si mettono sempre dentro a tutto.
Allora questi genitori sono stati in angoscia tre giorni, ci dice il Vangelo. A questa mamma in angoscia da tre giorni, Gesù cosa risponde? “Perché mi cercavate?” Questa è la prima pugnalata per sua madre; “non sapevate che io devo pensare ai fatti miei?”. Non sono queste le parole del Vangelo ma il significato è questo.
- Seconda pagina.
Una donna tra la folla dice: “Beato il ventre che ti ha portato, il seno che ti ha nutrito”. Sapete già come risponde Gesù: “Beati piuttosto quelli che fanno la volontà del Padre mio”, cioè non dà neanche un contentino a sua madre.
Quando gli dicono: “C’è qui tua madre e i tuoi fratelli”. Dice: “Chi è mia madre, chi sono i miei fratelli?”.
Noi siamo sempre a dire “mia mamma”, “di mamma ce n’è una sola”. Siamo tutti mamme, siamo tutti fratelli, i figli sono figli di tutti, non sono i figli miei, sono figli di tutti, il figlio di un’altra è anche figlio mio; questo è il significato del Vangelo.
Gesù dice: “Fuori dai legami di sangue c’è un altro legame più importante che è quello dell’amore reciproco”
“Chi è mia madre?”? Perché la tratta così? Perché la Madonna come santità era miliardi di volte più su di me, ma come mamma, psicologicamente e umanamente, anche lei è una mamma come me. E se avesse potuto stare un po’ più vicino a suo figlio, avrebbe fatto di tutto per evitargli la croce. E allora Gesù dice a sua madre: “Mamma stai un po’ in disparte, fammi fare la mia strada.”.
Quand’è che recupera sua madre (perché la recupererà e alla grande)? Quando è già sulla croce. “Tutto è compiuto”. Sua madre non può più disturbarlo e le dice: “Ecco tuo figlio, sei l’amata di tutta l’umanità”. Più chiaro di così!!
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