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Parole chiave
- permettersi di essere felici
- ascolto reciproco
- umorismo
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La relazione di Elsa Belotti7. Il vermiciattolo.
Chiusa la sesta margherita, passiamo alla settima che è il verme delle donne e il verme degli uomini.
- Cominciamo dal verme delle donne che abbiamo tutte, nessuna esclusa e ci fa comportare così. Noi donne abbiamo questa voglia dentro di tormentare il marito. Il marito guarda la televisione, alla moglie viene voglia di fare rumore coi piatti o di passare con l’aspirapolvere; il marito sta leggendo il giornale in poltrona tranquillo, alla moglie viene voglia di fare una domanda urgentissima così interrompe la lettura del marito. Il marito si alza la domenica mattina canticchiando e alla moglie viene voglia di fargli un’osservazione.
Questo è il nostro verme femminile, la voglia di tormentare il marito.
Scartiamo i casi in cui si lavora fuori casa tutti e due, allora è giusto begare col marito perché appena arriva in casa faccia anche lui la sua metà; io sto dicendo un’altra cosa, di quando il marito si sta godendo una cosa in santa pace, allora lì la spiegazione è un’altra.
Se io faccio fatica a vedere mio marito contento, vuol dire che faccio fatica a vedere me contenta perché non posso dare a lui quello che non dò a me stessa e avrò dei problemi anche a letto.
Per essere felici nella vita di coppia bisogna strozzare il verme della moglie, non la moglie; per strozzare il verme della moglie bisogna sapere che c’è; adesso sapete che c’è, quindi il marito può dire alla moglie: “Non ti sembra che sia il tuo verme che vien fuori?”, ci fate una risata su e allora andati avanti, altrimenti col verme ci cascate per vent’anni.
E poi un po’ di sano umorismo nella coppia è essenziale; bisogna imparare a sorridere anche un po’ di noi stessi.
- Poi c’è il verme degli uomini, che gli uomini proprio loro non ci arrivano; pensare di mettere insieme un uomo e una donna che vadano d’accordo per tutta la vita è un’idea balordissima: un uomo e una donna non potranno mai andare d’accordo perché sono troppo diversi.
Non c’è niente di così diverso come un uomo e una donna, lo sappiamo però ce ne dimentichiamo per cui noi pensiamo che amare significhi condividere tutto, ma cosa volete che condivida con uno che ha la testa completamente diversa dalla mia? Possiamo condividere le scelte, quelle sì ma tutto il resto no, se no mi chiedo cosa condividono non so un’italiana che sposa un musulmano eppure io ho visto coppie che vanno bene, poche ma ne ho viste che vanno bene. Cioè non è che amare significhi condividere tutto altrimenti si cade in questo imbroglio. Come fai tu a dire di amarmi se vuoi guardare la partita e io ho voglia di fare una passeggiata? Allora amarsi vuol dire desiderare la stessa cosa nella stesso momento, nello stesso modo? Evidentemente no, tu guardati la tua partita, io vado a farmi una passeggiata poi ci rincontriamo; invece noi pensiamo che l’altro ci ama di più se la pensa come noi, se desidera come noi e abbiamo sempre i nostri imbrogli.
Nella realtà è possibile un’altra cosa, cioè che un uomo e una donna riescano a costruire una buona comunicazione di coppia, questa è la felicità ma ci vogliono almeno dieci anni di faticacce nel matrimonio. Sto sempre parlando del verme degli uomini. Quando siamo fidanzate noi donne stiamo bene perché abbiamo quello che desideriamo, lui ci corteggia, siamo al centro della sua attenzione, non si dimentica mai niente, ci telefona, ci porta il fiorellino, è attento a tutto e lì noi stiamo bene. Nel momento in cui ci sposiamo l’uomo cambia e lì è la nostra fregatura; noi donne restiamo fregate perché nel momento in cui ci sposiamo, l’uomo che ha una testa diversa dalla nostra, ragiona in questo modo: “Amo mia moglie, mia moglie ama me, mantengo la mia famiglia, le consegno la busta paga, non vado mai al bar, sono all’altezza a letto, va tutto bene no?” per un marito va tutto bene, per la moglie no.
La moglie si sposa aspettandosi tutte quelle robe là di prima.
E far capire questa cosa a un marito, altro che dieci anni di faticaccia.
La battuta più bella che faccio da anni è questa qui.
La moglie pone al marito la solita domandina: “Mi vuoi bene?”. Risposta del marito: “Se sono sempre qui”, cioè per il marito il fatto di essere lì è una prova di grande amore; a tua moglie non basta che tu sia sempre lì, vuole anche qualcosa d’altro.
Scena da un matrimonio. Il marito guarda la televisione e la moglie parla; dopo un po’ la moglie dice: “Ma mi hai sentito?” “Certo che ti ho sentito”. “Ripeti quello che ti ho detto!”. Il marito ripete le parole della moglie, ha sentito la moglie ma non l’ha ascoltata: sono due cose molto diverse.
Questa margherita la troviamo nel Vangelo nella pagina delle tentazioni di Gesù.
Gesù è stato tentato come noi su tutto, con tutte le belle donne che lo seguivano sarà stato tentato anche su questo, ma il Vangelo ricorda tre tentazioni e infatti quella pagina comincia proprio così: dopo aver tentato in tutti i modi Gesù, Satana lo porta nel deserto.
- Prima tentazione, la tentazione del pane: “Di' che queste pietre diventino pane”. Essere tentati sul pane a stomaco pieno non sarebbe stata una gran tentazione ma dopo un po’ di giorni di digiuno non era male.
Quando recitiamo il Padre nostro, noi recitiamo: “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”, oggi, quotidiano, cioè dacci il pane che è adatto per oggi, che non è il pane che mi andava bene ieri, non è il pane che mi andrà bene domani.
Anche nella coppia c’è un pane quotidiano e tutti i giorni c’è un pane diverso, non può essere lo stesso pane tutti i giorni. Allora ci può essere il giorno in cui ci diciamo solo buonanotte perché siamo stanchi, c’è il giorno che facciamo bene l’amore, il giorno che discutiamo due ore perché dobbiamo arrivare ad una scelta insieme, il giorno che parliamo beatamente per dieci ore di fila, il giorno che ci abbracciamo soltanto (...) ma tutti i giorni bisogna mangiare qualche cosa, cioè dar da mangiare al nostro amore, altrimenti il nostro amore digiuna, dimagrisce e poi muore.
Oppure, se mangiamo sempre lo stesso pane, si arriva ad una espressione popolare molto efficace, non so se la dite anche voi, il matrimonio è la solita minestra.
- La seconda tentazione è quella del potere. Satana porta Gesù in alto e gli dice: “Tutto questo sarà tuo” gli fa vedere tutti i regni della terra; è la tentazione del potere. Il potere non è soltanto quello politico, il potere c’è anche nella coppia ed è una dinamica normale di tutte le coppie e va suddiviso bene. Ci può essere la coppia che dice: “Per queste cose decido io, per queste cose decidi tu” oppure ci può essere la coppia che dice: “Va bene, qualunque cosa ci sia da decidere, fosse anche il tipo di pane da mangiare, si decide sempre insieme.”
Però il potere è una cosa fondamentale in tutte le coppie perché sono due persone che devono mettersi d’accordo, quindi è importantissimo riuscire a suddividerlo bene.
Nella nostra coppia chi è che vuole sempre avere l’ultima parola, che vuol sempre aver ragione?
Quasi sempre le donne ed è una forma di potere perché in realtà è come dire: “Se io ho ragione, vuol dire che sono più brava di te, quindi ho più potere di te. Se dovessimo poi parlare del potere della donne a letto evidentemente staremo qui ancora un bel po’ perché se è il marito che chiede sempre il rapporto, il potere ce l’ha la moglie che ha il potere di dire di sì o di dire di no: che dica di sì, che dica di no, ha fregato suo marito.
- La terza tentazione. Satana porta Gesù sul pinnacolo del tempio e gli dice: “Buttati perché c’è scritto che verranno gli angeli a sostenerti e non ti farai male.” È la tentazione dell’onnipotenza. Che cos’è l’onnipotenza? È la tentazione contro la realtà perché nella realtà se mi butto dal campanile mi sfracello per cui la tentazione dell’onnipotenza nella coppia è questa: quando a volte le fidanzate dicono: “Sì lui ha un brutto carattere però io dopo..” sottinteso io lo cambio. Non sei onnipotente, non hai il potere di cambiare l’altra persona anche perché o l’altra persona è disponibile a modificarsi un po’ altrimenti non cambierà mai, ma anche se si è disponibili, cambiamo di noi stessi qualcosa di superficiale, in profondità è difficilissimo cambiare noi stessi, è la cosa più difficile di questa terra.
Eppure sappiamo benissimo che stiamo arrivando a una cifra pazzesca di coppie che si separano, però tutte le coppie si sposano e non pensano assolutamente mai a questa cosa qui. Cioè c’è una forma di onnipotenza che dice. “Succede agli altri ma non a noi” e si esorcizza, si censura la difficoltà che può essere comunque di tutti.
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