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Famiglia Insieme
6 Maggio 2001
Giornata di studio sulla comunicazione di coppia.

Ultime modifiche:
15.07.2001

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Cliccando sui titoli si possono raggiungere le pagine dei singoli argomenti della giornata (deregistrati a cura di Gabriella P.).



ATTI
INTRODUZIONE di
d. Stefano Ottani:
Un salmo per gli sposi

PRESENTAZIONE

RELAZIONE di
Elsa Belotti:

Premessa

Le tredici "margherite":
  1. La responsabilità condivisa
  2. Dare e ricevere
  3. Consapevolezza
  4. I genitori degli sposi
  5. Intimità
  6. Innamoramento
  7. Il vermiciattolo
  8. Ambivalenza
  9. Noi
  10. Incompatibilità di carattere?!
  11. Donne
  12. Testa e pancia
  13. Adamo ed Eva
Conclusioni

CONGEDO
Bibliografia

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La relazione di Elsa Belotti

11. Donne.

Undicesima margherita è il sacco in più sulle spalle delle donne.
Noi donne abbiamo un sacco in più sulle spalle da portare che consiste in questo: tocca a noi donne impostare la vita di coppia, la comunicazione nella coppia.
Tocca a noi donne per tre motivi.
  1. Primo perché il bisogno di indagare, chiacchierare, insomma approfondire, noi donne ce lo ritroviamo dentro, per noi è istintivo; l’uomo questo bisogno lo sente di meno o lo sente in maniera diversa.
  2. Secondo perché gli scienziati ci dicono che sono state le donne a inventare il linguaggio in tempi primitivi. L’uomo andava a caccia, la donna restava diciamo a casa e ha inventato l’agricoltura, il linguaggio e molte scoperte sicuramente le hanno fatte le donne.
  3. Terzo perché il cervello della donna è diverso dal cervello dell’uomo, è vero che pesa un po’ di meno di circa due etti quello femminile ma i due emisferi del cervello destro e sinistro sono tenuti insieme dal corpo calloso, che nella donna è più esteso che nell’uomo di circa il quaranta per cento; questo significa che la comunicazione tra i due emisferi, quello razionale e quello emotivo nella donna è più veloce.
Quindi tocca alla donna impostare la comunicazione nella coppia.
Tocca a noi donne insistere col marito. Non è necessario dirlo perché noi siamo già bravissime a farlo, ma in questo senso qui: “Tu cosa pensi, tu cosa provi?”.
Il marito chiede alla moglie: “Cosa pensi?”. “Niente” [risponde lei].
Quel niente vuol dire un sacco di cose. Ma perché non ci chiediamo mai "Cosa provi?", che è cento volte più importante di quello che pensi. E non fermatevi mai al “niente” di una donna. Perché il giorno dopo la moglie è più incavolata del giorno prima. Il marito si giustifica dicendo: “Ma tu ieri sera mi hai detto niente”... ma non era "niente".
"Tu cosa pensi? Cosa provi? Cosa desideri? Cos’è che ti dà fastidio? Non ti sembra che ultimamente c’è qualcosa che non va? Oggi hai detto quella cosa lì ma la tua faccia diceva il contrario: adesso me lo chiarisci! Di questa cosa qui io e te dobbiamo parlare proprio stasera."
Questo lavoro spetta alle donne.
Se la donna accetta questo sacco in più sulle spalle, non solo il marito la segue, i mariti sono bravi e buoni, seguono sempre le mogli, almeno i primi anni poi magari si stufano.
I primi anni sono bravissimi, la moglie verrà anche ricompensata tantissimo della fatica che ha fatto da sola all’inizio.
Ma se la moglie non accetta questo sacco sulle spalle... Questa è stata la proposta del femminismo: “Perché devo fare io donna da sola questa faticaccia? La faccia un po’ anche lui!”. Non la fa nessuno se non comincia la donna e quanto vi sto dicendo è sotto gli occhi di tutti, dove la donna ha mollato il sacco sulle spalle, la coppia o la famiglia non mi pare vada tanto bene.
Anche qui ai fidanzati faccio la battuta: “Visto che vi sposate in chiesa, qualcosa crederete, forse vi sarete già chiesti come mai la chiesa cattolica ci tiene tanto alla Madonna?
Perché dal sì di quella donna è derivata la salvezza. Se la Madonna non avesse detto di sì, noi non avremo avuto la salvezza o Dio doveva andare in giro con un lanternino a cercarsi un’altra donna disponibile.”
E se ci pensate, tutta la storia della salvezza, è appesa a quel sì di una donna.
Allora è come se la Chiesa dicesse ancora oggi a ciascuna di noi, in particolare il giorno che ci siamo sposati, nella liturgia del matrimonio, c’è una benedizione particolare per la sposa, non sarà mica un caso, è come se la Chiesa dicesse ancora oggi a ciascuna donna: “Dal tuo sì (io a livello psicologico dico dal sì alla fatica sulla comunicazione), ancora oggi deriva la salvezza della coppia, della famiglia, dei figli, della società.
Per cui se mi chiedete “Qual è la coppia che va bene?”, l’unica risposta è questa: “È una coppia dove c’è una donna molto testarda, molto cocciuta che ha deciso di farla andare bene, perché la riuscita di una coppia è nelle mani di una donna.”
Uomo e donna sono molto diversi, abbiamo detto.
Dopo un litigio il marito dice: “Dai che andiamo a letto.” Lui intende a fare pace. Le mogli si incavolano di brutto: “Come puoi pretendere che io venga a letto con te se abbiamo appena litigato?”. Il marito dice andiamo a letto e lui dimentica tutto, le donne non dimenticano mai niente, loro segnano tutto ("tu l’anno scorso mi avevi detto che...", "non ti ricordi che...", "tre anni fa come è andata a finire?" e "Anche da fidanzati mi ricordo quella volta..."), non dimenticano mai niente.
Allora la donna saggia che vuol fare andar bene la sua coppia, non è la donna che dice: “Taccio a fin di bene.” A parte che le donne non tacciono mai, ma se una donna tace è sempre a fin di male. Se una donna tace, oggi sta male, domani sta peggio, dopo sei mesi ha la gastrite o la colite, dopo un anno il rancore e ve la fa pagare, quasi sempre a letto, ma ve la fa pagare.
Allora la donna saggia che vuol far andare bene la sua coppia è la donna che dice: “Guarda che io ho qui un rospo, dobbiamo parlarne proprio stasera”. Cioè è la donna che esaurisce le cose volta per volta perché le donne tendono ad accumulare e a furia di accumulare arrivano a un punto di non ritorno dove nessuno dopo le convince più.
Se una donna pianta un chiodo, non si schioda più, l’uomo magari si schioda ancora, ma una donna no.
Faccio ancora una battutaccia che faccio sempre. Per una moglie andare a fare la spesa col marito al supermercato è un preliminare sessuale, non perché il marito porta le borsine e spinge il carrello, ma perché per le donne è importante fare la cose insieme. L’uomo quando deve fare una cosa non vuole nessuno tra i piedi, invece per noi donne è importante fare le cose insieme e quindi per una moglie l’ideale cos’è? Che il marito parta alla mattina e dica: “Io oggi ti penserò”, che telefoni a metà giornata e dica: “Come ti va la vita, va tutto bene? ti sto pensando, avevo voglia di sentire la tua voce”, che torni a casa la sera e dica: “Come è andata la giornata, sei stanca, vuoi che ti aiuti a fare qualche cosa?”. Dopo una giornata così, una donna è sicuramente disponibile anche a letto perché per la donna è importante tutta una preparazione durante la giornata, per l’uomo no, all’uomo basta tirare il cassettino serale.

Vediamo le donne nel Vangelo. Le donne nel Vangelo fanno una bellissima figura, gli uomini una figura un po’ magra, perché le donne sono più intelligenti degli uomini, intelligenti non nel senso che diamo noi, intelligenti nel senso di intus, dall’origine della parola; intus vuol dire profondità per cui le donne più intelligenti, più intuitive, vanno subito in profondità. Anche in consultorio le donne ci arrivano subito, gli uomini sono di là da venire a capire le cose psicologiche. E non dite che ce l’ho con le donne o con gli uomini perché avete visto che ce n’è un po’ per tutti e due.
Le donne più intuitive avevano capito il messaggio di novità che portava Gesù Cristo, gli uomini l’hanno capito subito dopo la resurrezione e molte donne seguivano Gesù e sotto la croce sono rimaste le donne, gli uomini sono spariti tutti e piangere dietro una croce a quei tempi non era molto salutare e dopo la resurrezione Gesù appare per primo alle donne. Qualcuno malignamente dice che così era sicuro che la notizia si sarebbe sparsa prima. Di fatto appare per primo alle donne e ci sono molte pagine bellissime dove ci sono per protagoniste donne e molti messaggi belli Gesù li affida alle donne.
  • Pensate alla pagina dell’adultera. Quando la portano innanzi a Gesù, lui non dice niente, scrive per terra, cosa scrive nessuna lo saprà mai. Ma perché in silenzio la gente se ne va? Gesù sta in silenzio, non dice niente e se ne vanno lo stesso? Perché col suo silenzio Gesù ha mandato questo messaggio: “Voi mi state dando un incarico di fare da giudice a questa donna; va bene accetto l’incarico, giudico lei, ma appena finito con lei comincio con voi.” Ecco perché sono scappati. Anche perché Gesù ha mandato il messaggio: “Va bene, lei sarà un’adultera, ma chi l’ha resa adultera sarà qui presente.”
  • La seconda pagina è quella della Maddalena. Lei è stata una prostituta per tutta la vita e, da quello che dice il Vangelo, una prostituta tosta insomma: a questa donna fa un regalo che non fa ai bravi bambini farisei che ci sono intorno. Perché noi ci chiediamo anche: “Ma perché l’hanno messo in croce, era così buono, faceva del bene a tutti? E’ perché ne tirava giù per le orecchie... e per i suoi connazionali era una di quelle mazzate incredibili. Allora a questa donna fa questo regalo: ci sono dei farisei, che sono delle bravissime persone, intorno e a questa prostituta, per la quale tutti sono scandalizzati, Gesù dice: “Finchè ci sarà il mondo, si parlerà di questa donna”. Cioè “Di voi non si parlerà, ma di questa donna sì.”.
    Immaginate chi ascoltava queste cose!
  • La terza pagina è quella della samaritana. Per capire questa pagina dobbiamo fare una premessa.
La Samaria è una regione al centro tra la Galilea e la Giudea e i giudei per passare da una regione all’altra facevano un lungo percorso per non passare sulla terra dei samaritani perché si odiavano cordialmente. I samaritani, per ragioni storiche, si erano mescolati con altri popoli e quindi erano ritenuti "Illeggittimi".
Se non facciamo questa premessa, non riusciamo a capire alcune pagine del Vangelo.
  • Per esempio, Gesù guarisce dieci lebbrosi, nessuna torna a ringraziarlo, tranne uno, il samaritano, cioè nessuno di loro torna a ringraziarlo, il bastardo è tornato a ringraziarlo.
  • La pagina del buon samaritano: passa il prete e non si ferma, passa il consacrato e non si ferma, passa il samaritano, cioè il bastardo, e diventa il buon samaritano. Immaginate cosa arrivava alle orecchie dei farisei che si ritenevano così bravi ed erano anche bravi. Cioè Gesù che dice queste cose è come dirci, non so che proporzione potremo fare oggi ma certo noi non capiamo la portata rivoluzionaria di Gesù in quel tempo perché ha rivoluzionato tutto proprio.

Torniamo all'adultera. Dunque i samaritani erano considerati dei bastardi. Già vedere Gesù che si fermava a parlare con una donna era già un po’ di scandalo, una samaritana, una bastarda, per giunta poco di buono perché aveva avuto cinque mariti e il sesto non era neanche suo marito eppure con questa donna fa dei ragionamenti che non fa neanche con gli apostoli. Con questa donna parla della verità e dell’adorazione di Dio.

C’è un’altra pagina dov’è protagonista una donna ed è una cananea. Anche con i cananei i giudei non avevano buoni rapporti perché i cananei erano dei pagani rispetto ai giudei. Questa donna sta chiedendo la guarigione di sua figlia, quindi una donna che ha una grossa sofferenza e Gesù con questa donna è di una crudeltà che noi non troviamo più in nessun altro passo del Vangelo perché Gesù è venuto per i giudei, quindi non deve dar niente ai pagani che sono fuori dal popolo ebreo; a questa donna dice: “Non è lecito prendere il pane dalla tavola dei figli per darlo ai cani”. Sta dando della cagna a questa donna, eppure questa donna che è l’esempio della bella cocciutaggine femminile, dice: “Va bene, sono una cagna, lo accetto, però le briciole che cadono dalla tavola dei figli sono leccate dai cagnolini” e allora Gesù conclude: “Non ho mai visto una fede così grande, sia fatto come vuoi tu”.
Attenzione alle parole del Vangelo, "come vuoi tu", non "come voglio io", cioè il miracolo, la fede fa fare quello che vuoi tu.

Un’altra pagina dove la protagonista è una donna è la donna emorroissa. Quella donna di cui si dice che aveva perdite di sangue da più di dieci anni. Noi pensiamo che questa donna avesse un tumore all’utero, no, impossibile, se avesse avuto u tumore all’utero sarebbe morta, non poteva sopravvivere più di dieci anni, vuol dire che il disturbo era un altro. Le donne mestruate presso gli ebrei erano ritenute impure e quindi alla prima goccia di sangue dovevano immediatamente avvisare l’uomo di casa, non potevano più toccare cibo e avevano tutti i loro rituali di purificazione. I giudei avevano 613 rituali da osservare, già tenerli a memoria non era semplice e allora li avevano suddivisi in due gruppi: 365 come i giorni dell’anno e 248, che sono il numero delle ossa del corpo umano; chi era che poteva ricordare e mettere in pratica tutti i 613 rituali? I farisei non avevano niente da fare, potevano seguire la legge alla lettera. Gesù non se la prende con i farisei perché non fossero delle brave persone, loro erano più bravi degli altri, solo che disprezzavano quelli che non ce le facevano, questo era il loro peccato.
Vi ricorderete anche la pagina del fariseo e del pubblicano al tempio; il fariseo lì davanti cosa dice: “Signore io ti ringrazio perché io sono bravo. Come sono bravo io non c’è nessuno.” Il pubblicano in fondo al tempio dice: “Signore abbi pietà di me povero peccatore.” Qual è la differenza? Che il fariseo si parla addosso, il pubblicano stabilisce una relazione, cioè sta veramente pregando. E naturalmente questo fariseo era davvero molto bravo, non è che dicesse bugie perché non so bene la proporzione ma se lui, per legge, doveva pagare dieci di tasse, ne pagava cento.
Torniamo al disturbo di questa donna, lei aveva un ciclo irregolare per cui era sempre impura, il guaio di questa donne era che nessuno poteva mai avvicinarla e questa donna fa un pensiero che soltanto una donna poteva fare: “Se anche solo tocco il lembo del mantello di Gesù…” e la scena è anche abbastanza ironica perché nel Vangelo ci son anche delle scene un po’ ironiche. C’è la folla che spintona Gesù da tutte le parti, non riesce neanche a camminare e Gesù ad un certo punto chiede: “Chi mi ha toccato?” e allora gli apostoli, un po’ sorridendo, dicono: “Ma maestro, non riesci neanche a camminare e chiedi chi ti ha toccato?” Gesù sapeva di aver guarito la donna e anche a questa donna cosa dice: “La tua fede ti ha salvato.” Attenzione alle parole, Gesù non dice: “Io ti ho salvata”, non dice “io ti ho guarita”, non dice “io ti ho fatto il miracolo” ma dice “la tua fede ti ha salvata” cioè sei stata tu a fare il miracolo. Il Signore è talmente bravo che ci lascia anche il merito del miracolo.
A proposito della fede, il Signore non ci chiede di essere perfetti, bravissimi e di non peccare mai. Sa già che non lo possiamo fare [da soli]; il Signore ci chiede solo di avere fede, cioè di avere fiducia in Lui. Tutto il resto per Lui è secondario. Avere fede cosa vuol dire? Io lo spiego a livello psicologico: io faccio tutto come se Dio non esistesse e tutto dipendesse da me, perché sono i bambini dell’asilo che danno la colpa a tutti e dicono “è colpa dei genitori, è colpa degli insegnanti, tutti ce l’hanno con me, è colpa della società, è colpa dei preti“, è sempre colpa di qualcuno; questo è il bambino, la persona adulta dice: “Tocca proprio a me”. Allora la fede vuol dire faccio tutto come se tutto dipendesse da me e Dio non esistesse; quando proprio ho fatto tutto il possibile, rimetto tutto nelle mani di Dio, come se tutto dipendesse da Lui, che, tradotto col proverbio, popolare significa: “Aiutati che Dio ti aiuta.” Cioè tu fai tutto il possibile, poi viene Dio a riconoscere quello che hai fatto perché Dio è un bravo papà e ci fa fare la fatica per lasciarci il merito di quello che abbiamo ottenuto.

Della stessa pagina della guarigione dell’emorroissa, c’è un’altra guarigione, proprio prima, all’inizio del brano: è la guarigione di una ragazzina di dodici anni di cui Gesù dice: “Non è morta, ma dorme.“ Io penso che sia un caso di anoressia nel Vangelo, ma è una idea mia naturalmente perché quando questa ragazzina si alza, ci sono i suoi genitori e Gesù dice loro: “Datele da mangiare”. Vuol dire che mangiava poco.
Nella stessa pagina la guarigione di una ragazzina all’inizio della sua femminilità, a dodici anni, e la guarigione di una donna da un disturbo della sua femminilità; vedete come Gesù è attento anche alle donne.

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Pagina pubblicata il 24 giugno 2001